Commento gita: | Dal Forcelletto alla Cima dell'Osservatorio, su stradina militare battuta da ciaspolatori, nulla da dichiarare, se non l'entrata nella nebbia fitta poco sotto la cima. Poi discesa inizialmente per la Val dei Lebi, con l'intenzione però di uscirne sulla d., all'intersezione della mulattiera militare, per calarsi in Val delle Mure: così abbiamo fatto, ma la bella discesa su firn indurito è stata condotta alla cieca, 'fiutando' il percorso tra rada vegetazione fino all'intersezione col fondovalle (1380 c.). Nulla era dato di scorgere, però il calpestìo sul fondo di una mulattiera ci ha permesso, previa ripellatura, di risalire ai ruderi del Cason Val di Melin e tosto, smarrite le tracce, di guadagnare a naso la Croce dei Lebi. Risaliti lungo la dorsale, e in parte sul pendio già disceso, ci siamo affacciati al vallone nord, con l'intenzione di servircene come 'direttissima' per il rientro; guardando in giù, l'effetto ricordava un vecchio slogan: 'più bianco non si può'. Calarsi per il ripidissimo vallone nel white out più totale avrebbe richiesto qualche superpotere di cui eravamo sprovvisti: giù allora, fino al Cason dei Lebi, per rientrare lungo l'interminabile ma non spiacevole forestale che scende alle Bocchette, donde al parcheggio. |
Commento manto nevoso: | Tutto trasformato, vuoi per l'azione del vento, vuoi per il firn formatosi nelle pale più esposte al sole, vuoi per la 'macinatura' creata dai passaggi nei punti più frequentati. Il sole oggi è mancato e il calo netto di temperatura ha formato croste rigelate ben portanti, a tratti molto dure (da rampant) ma comunque ben sciabili (da parte di chi ci vedeva bene). |